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Immagine del redattoreRolando Bellini, Gianni Gentili

"Effetto Medici”, quale immagine-simbolo come allegoria reale per l’impresa?

L'innovazione e la Bellezza quale allegoria del vantaggio competitivo sostenibile per l’impresa. Un vantaggio duraturo attraverso il superamento con “l’Innovazione e la Bellezza” dei punti di successo o di non ritorno dell’impresa.

Attribuzione: fonte immagine da collezione privata ad uso Effetto Medici non profit,
in Il Grande Museo del Duomo, la cui Bellezza invitiamo a vivere/visitare


“Effetto Medici” è di per sé un’asserzione enunciativa, un dire che riverbera suggestioni, memorie storiche, fantasie. Meglio ancora: è un enunciato d’indiscutibile fascino, ma quale immagine può veicolarlo? “Parlare per immagini” è una competenza chiave per i manager del presente, e sempre di più lo sarà per il futuro.


Se ripensiamo all’origine di questo progetto – elaborato da un team di manager e imprenditori – che risale a esercizi mirati su alcune opere d’arte condotti da uno storico dell’arte, Rolando Bellini e dal Presidente Florence Management Way, Gianni Gentili, con anche altri attori (incluso lo psicoanalista lacaniano Panayotis Kantzas, il manager imprenditore Sergio Galbiati, il “guru" di Relazioni Internazionali Luciano Bozzo), con l’intento di svolgere ”Lezioni” interdisciplinari incardinate su “arte e management”, riusciamo a meglio inquadrare la nuova sfida incentrata su un’altra relazione duale – per dirla con Roland Barthes (Frammenti di un discorso amoroso) – rispondente a “Bellezza e Innovazione”.


Promotore storico di primissimo piano del binomio sinergico “Bellezza e Innovazione” è stato il mecenatismo esclamativo di Lorenzo dei Medici; un mecenatismo espresso attraverso il sostegno di tutte le attività imprenditoriali includenti le arti; un sostegno luminoso, unico e che ha fatto dell’arte una “nuova frontiera”. In virtù di questo, Lorenzo è passato alla storia con l’epiteto di “Magnifico”; la leggendarietà di Firenze città d’arte si è affermata nel mondo, allora come oggi. Ma si può stabilire un’immagine-simbolo, un emblema visivo che può dire tutto questo ricordando, al tempo stesso, l’eredità presente e viva dello scarto epocale manifestatosi nella Firenze “Rinascimentale” di Lorenzo il Magnifico?


Bisogna cercare di dire – vi sono tanti modi per dirlo – che cos’è la percezione, implicante una Gestalt peculiare, per provare a stabilire l’immagine-simbolo ideale. È risaputo che l’immagine fisica che sta sulla retina viene trasformata in un’informazione simbolica e che, stimolati dalla luce, i neuroni della retina alterano la cadenza delle loro scariche. Sappiamo altresì – suggerisce lo storico dell’arte – che i segnali ricevuti vengono raccolti in una zona del cervello che si chiama corpo genicolato laterale. Questo trasferimento, tuttavia, è un mistero anche perché l’immagine retinica bidimensionale originaria viene restituita su una rete tridimensionale di neuroni. Quindi l’informazione relativa procede verso la corteccia celebrale visiva, che si trova nella parte occipitale del cervello. È qui che la rete neurale consente di riconoscere l’informazione visiva, ma ancora non sappiamo molto in merito al come avviene questo riconoscimento: è un problema aperto per la biologia contemporanea. Va da sé che questa lavorazione e l’averne consapevolezza finisce per orientare in un certo modo le possibili candidature a opera-simbolo di “Effetto Medici”.


Dev’essere un’immagine – si è convenuto in un reiterato confronto corale – di per sé parlante nei termini cardine di “Innovazione e Bellezza”, lucente, attrattiva, d’una tridimensionalità nitida. Al tempo stesso, un’immagine di per sé dichiarativa e a suo modo misteriosa, un rompicapo magnifico. Deve poter collegare realtà e immaginazione, storia e contemporaneità, l’oggi allo ieri, la leggenda e persino il mito che purifica la storia e investe di valori e di un timbro epico l’attualità a quest’ultima, liberandola d’ogni opacità corriva. In tal caso, ecco che la ribalta contemporanea veste velari magnifici realizzati con sete preziose, illuminata da un’aura metafisica – ma cos’è metafisica? Si domandava Martin Heidegger nel 1929 – e così la banalità della vita moderna si scontra con l’epica antica. E possiamo partecipare in prima persona a una metamorfosi che consente molteplici trasfigurazioni simboliche: il nostro obiettivo.


Di quale immagine-simbolo è lecito dire, in relazione al sin qui annotato? Stupore (nietzscheiano) e godimento (lacaniano) raccolti in un unico riscontro visivo. Il ricordo di una predilezione di Lorenzo per Sandro Botticelli sommato a tutto un fervore d’opere oggidiane e ancora un tuffo nella storia e più particolarmente nella storia dell’arte alla ricerca di archetipi riscontrabili tra Guardaroba medicea e collezioni pubbliche fiorentine, da Pitti al Bargello, dai Grandi Uffizi all’Accademia; archetipi che restituiscono una vitalità artistica straordinaria, un’audacia imprenditoriale unica, quant’altro che vorremmo rinnovare nell’odierna Firenze e nell’intero microcosmo Italia corroborando il “made in Italy”, che è tuttora un marchio di qualità riconosciuto universalmente, affiancando a questo magnifico marchio globale una nostra personalizzazione che potremmo denominare “Make Italy”! Tutto questo va considerato nel dare atto alla nostra ricerca. L’immagine che proporremo è al momento in lavorazione ma corrisponderà a tutto ciò. Stupirà e attrarrà nel rendere visibile il sapore e tutto il sapere raccolto in “Effetto Medici”, nel dare forma visibile all’inatteso e innovativo, andando oltre ogni possibile vedere.


Non vogliamo svelare di più, per il momento almeno non dobbiamo aggiungere molto altro ancora, limitandoci a suggerire – d’intesa con il board Effetto Medici – di seguire lo storico dell’arte in una preliminare visita virtuale agli Uffizi, il gioiello dichiarato dei musei fiorentini e la parata araldica del gusto, della politica culturale, del mecenatismo artistico dei Medici. L’invito – che proponiamo semplicemente come un primo viatico, un’esercitazione per predisporre a “saper vedere” ciò che verrà presentato a breve come logo di “Effetto Medici” – è a raggiungere (virtualmente, s’intende, repetita juvant) alcune opere degli Uffizi per fermarsi infine davanti a un ammaliante dipinto allegorico misteriosissimo qual è Pallade e il Centauro, del Botticelli, datato da Roberto Salvini al 1482. Questo testo pittorico parrebbe riecheggiare un testo alessandrino (come il Centauro Borghese) allusivo del potere di Amore e dunque probabile opera per celebrare il matrimonio di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici con Semiramide. Cos’altro lascia vedere questa pittura? Per saperlo conviene avviare un confronto con altre opere botticelliane presenti negli Uffizi: l’incontro, acceso di passione, con l’Allegoria di Primavera – richiamante la poesia di Agnolo Poliziano e in particolare i versi composti per la giostra di Giuliano del 1475 (poco prima della sua uccisione), ma anche un palese rimando alle fonti antiche Lucrezio, Orazio, Ovidio – e al tempo stesso, un’opera criptica e modernissima che, al seguito di Sir Ernst H. Gombrich, potremmo definire l’allegoria della sublimazione dell’Amore. Ma vi sono perlomeno altre cinque o sei letture, tutte credibili, validissime. L’ultima di queste interpretazioni spetta a uno psicoanalista freudiano, Franco Baldini, che con uno pseudonimo ha pubblicato la sua interpretazione alchemica di questo grandioso dipinto, giustamente noto, che data presumibilmente tra 1481 e 1482, forse subito prima del viaggio di Sandro a Roma. Inno della primavera e testo di botanica, confermano i Georgofili, testo denso di significati simbolici proponente una sequela di bellezze surreali danzanti, circonfuse d’una aura lucente neo botticelliana: la piccola ma preziosa Calunnia e soprattutto la Nascita di Venere. Qui ricorre una medesima figura, ideale e reale, un ritratto (ma di chi?) e un canone d’inedito conio (quali proporzioni, quali riscontri anatomici, quali invenzioni investono questa figurazione sublime?) andando a corroborare l’allegoria sempre presente in questi testi pittorici.


La cosiddetta Nascita di Venere, databile forse al 1485-’86, ripropone in qualche modo, per esempio, gli ingredienti della Primavera, un’analoga implicazione dell’Antico, della poesia coèva, della cronaca medicea, delle fonti artistiche remote e contemporanee che uniscono la “Venus pudica”, ch’è il vero soggetto del nudo femminile protagonista del dipinto, a Donatello e Verrocchio, il De Pictura (1435) dell’Alberti, la filosofia di Ficino, quant’altro. In questo erotico e eroico testo pittorico, sotto la spinta dei venti – Zefiro e Aura – la splendida vela fluttuante (rubiamo l’espressione al Lightbown, 1978) di Venere, una figura dinoccolata richiamante persino il Ghiberti, approda davanti a una Grazia e si lascia vestire. Alessandro Filipepi più noto come Sandro Botticelli, sapeva dare metaforicamente e pittoricamente forma visibile alla politica culturale di Lorenzo il Magnifico; condivideva col Magnifico il dibattito culturale che nutriva di sé l’imprenditoria della Firenze di allora traducendo tutto questo in un’allegoria pittorica, una sfida tuttora attualissima nella misura in cui fa leva sul fulcro archimedeo di “Innovazione” e “Bellezza” che potremmo anche declinare in bellezza dell’innovazione e in innovazione della bellezza.


Declinabile in quali termini, a voler leggere il testo pittorico in chiave manageriale? Esaltando l’imprenditorialità insita nella bottega botticelliana, certo, ma in fondo ogni bottega del tempo, specie quelle derivanti dall’impresa multanime del Verrocchio cui Botticelli si affilia per qualche tempo, lo è. Pertanto converrà enfatizzare una lettura di quest’ultima immagine botticellina rispondente al punto di vista manageriale aggiornato sui parametri odierni. Nelle parole del Presidente F.M.W. Gianni Gentili, potremmo sostenere, dunque, come per noi moderni l’immagine sinusoidale della Venere richiami la doppia elica del DNA… un’intuizione di Botticelli che si riferisce in qualche modo al Grande Libro della Vita?

Attribuzione: fonte immagine by Jason Wallace - Own work CCworCCBY-SArkrkr4.0,https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39091324

Quindi, precisa Gentili: “L’immagine sinusoidale della Venere del Botticelli è l’allegoria parlante del Ciclo di Vita dell’Impresa”.

Attribuzione: fonte immagine da collezione privata ad uso Effetto Medici non profit

Sono già presenti in essa gli elementi del padre della Business Idea o Formula Imprenditoriale Richard Normann Prodotto/Mercato/Struttura (Management for Growth, John Wiley & Sons Lat, 1977) e ancor di più gli Strategic Inflection Point del Presidente Intel Corporation Andrew Grove (Academy of Management, San Diego, 1998),


i Punti di Flesso Strategici in cui il cambiamento organizzativo richiede l’Innovazione… Punti di Flesso Strategici riferibili ai momenti critici della verità dell’impresa – ricaviamo dagli appunti di Gentili – in cui il vero Manager Imprenditore Artista è chiamato a superare il punto dello sviluppo o del non ritorno, superandolo con l’audacia dell’Innovazione tesa alla Bellezza.

Attribuzione: fonte immagine by W.Kandinsky- Round and Pointed- stampa, collezione privata ad uso Effetto Medici non profit.

Infatti i “Segnali Deboli" del cambiamento di H. Igor Ansoff (Corporate Strategy, Mc Grow – Hill, 1965), padre della pianificazione strategica d’impresa, difficilmente, per non dire mai, sono intercettati dal sistema informativo aziendale, ma spesso, per non dire sempre, sono intercettati dagli artisti… le “prime sentinelle” del cambiamento della società e quindi del cambiamento dell’impresa.


Quanto sin qui appuntato in merito alla ricchezza semantica, alla innovativa bellezza figurale in particolare di questa figura femminile, può aiutarci a comprendere cosa si va cercando per “Effetto Medici”. Aspiriamo a qualcosa di egualmente ricco di significati reconditi, di forza espressiva, di bellezza e innovazione, vincolati al lascito mediceo. Un’immagine ad un tempo Bella e Manageriale di modo che possa legittimamente proporsi come veicolo di un Progetto Sostenibile giacché la sostenibilità si riferisce alla beltà, che rinvia alla grazia secondo quanto dichiarato da Alexander Pope, per non citare che un autore tra i molti che ne hanno scritto venendo a arricchire di senso l’oggi abusata “sostenibilità” che viceversa – mai dimenticarlo – può e deve essere richiamata per giusta causa e assume un’aura valoriale solo e soltanto se raccordata a iniziative, accadimenti e comportamenti autenticamente “virtuosi”, com’è nel caso dell’Arte con la “A” maiuscola. Ecco perché abbiamo sollecitato l’accensione di un un’azione performante, un accadimento artistico contemporaneo davvero sorprendente, di raro pregio e indiscutibile novità, un accadimento evenemenziale che, vedremo, assumerà il ruolo di emblema di “Effetto Medici”, come sua personificazione simbolica, complice una giovane artista contemporanea. Si tratta di una “allegorie réelle”, di cui si dirà.


Milano, Firenze, novembre 2021
Rolando Bellini, Gianni Gentili

 

Articolo a cura di Rolando Bellini e Gianni Gentili


Rolando Bellini

Professore ordinario Accademia Brera Milano, già Prof. di Storia dell'Arte a Torino all'Accademia Albertina, Visiting Professor of Art History at the California State University. Ha ricoperto il ruolo di Direttore di primari musei nazionali e internazionali, premiato per la sua expertise su Leonardo da Vinci. E' Presidente del Comitato Scientifico Centro Studi Arte Milano 900.



Gianni Gentili

Nominato Accademico del Premio Internazionale Le Muse in Salone dei Cinquecento - alla 50° edizione - per le Attività d'Impresa, il premio alla cultura più importante d'Italia. CEO di società di consulting di imprese primarie. E' Presidente di Florence Management Way. Chairman e Relatore a primari Convegni/Seminari. Docente Universitario.

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